Carissimi Confratelli,
Col più grande dolore vi annuncio la morte, avvenuta
il 7 febbraio 1951 alle ore 12,40, del nostro amato e venerando confratello
Sac.
PAOLO AMISTANI
di
anni 82.
E la prima volta che mi tocca il mesto incarico di
scrivere una lettera mortuaria d'un confratello, e la mia confusione è maggiore
in quanto mi pare di non essere in grado di lumeggiare degnamente la figura di
questo salesiano del primo stampo.
Con D. Paolo Amistani scompare uno dei pochissimi
salesiani superstiti che vissero con D.
Bosco e ne assorbirono il suo spirito
genuino.
Era nato a Brescia il 28 gennaio 1869; fu accettato
nel 1881 da Don Bosco al l'Oratorio S. Francesco di Sales di Torino, dove
frequentò con lode tutto il ginnasio accanto a Don Bosco. Non a caso ho detto
vicino a Don Bosco, perché spesso si confessò. con lui, spesso gli servì la S.
Messa nella Sua cameretta, spesso ebbe da lui conforti e incoraggiamenti. Anzi
il nostro santo Fondatore vinceva ogni sua ritrosia e lo attirava alla vita
salesiana in tutti i modi. E il caro D. Amistani ricordava con gratitudine che
il Santo, conoscendo il suo debole, qualche volta lo accontentò nei suoi
piccoli desideri. Asseriva pure di essere stato presente a vari miracoli di D.
Bosco, fra cui a quello della moltiplicazione delle nocciuole.
Finalmente nel 1886 entrava nel noviziato a S. Benigno Canavese e poi a
Foglizzo, dove per mano del nostro santo Fondatore compiva la vestizione
chiericale e alla fine del noviziato nelle mani del caro Padre faceva la
professione perpetua consacrandosi per sempre al Signore.
Compiti
poi esemplarmente i suoi studi filosofici prese la patente di maestro. Comincia
così la sua missione di maestro cristiano, che della scuola si serve per inculcare nell'animo dei giovanetti i sentimenti del santo timor di Dio e della vita cristiana.
Dal 1889 al 1892 fu successivamente insegnante nelle scuole elementari pubbliche di Magliano Sabino,
Foglizzo, Lucca, Penango finché
nell'ottobre del 1892 veniva inviato
da D. Cerruti in questo Collegio
municipale di Randazzo, dove trascorse
ininterrottamente tutto il resto della
sua vita per il bene dei giovani di questo
paese.
Parlare della a Randazzo dal nostro caro D. Amistani non è facile. Dal 1892 fino al 1933 fu in servizio come maestro elementare pubblico e a diverse
riprese Direttore Didattico (ne aveva preso il diploma all'Università di Catania il 30 giugno 1909), dirigente, segretario del
Patronato scolastico. Questa fu la sua missione più importante a cui l'aveva chiamato il Signore e l'adempì con
tutta la passione del suo animo giovanile e con tutta la più
grande scrupolosità, suscitando in tutti ammirazione e lode. Tanta attività ebbe il più alto
riconoscimento da parte delle Autorità scolastiche
superiori, dietro proposta del suo ottimo amico il Direttore
Didattico Prof. Emilio Castorina, con l'assegnazione della medaglia d'oro, della pensione mauriziana e del titolo onorifico
di Cavaliere. Nella stessa occasione gli fu conferita la cittadinanza onoraria di Randazzo.
Ma non si pensi che la sua attività fosse solo nella scuola, tutt'altro. Era piccolo di corpo ma grande d'animo. Fu per tanti anni addetto all’oratorio
festivo, catechista per tre anni nel collegio, economo, . insegnante di disegno, assistente in camera e ricreazione, confessore. Per tanti e tanti anni fu fondatore e abile maestro della scuola serale di disegno per gli operai : opera
eminentemente popolare e finora tanto
ricordata e apprezzata dalla cittadinanza.
Nella casa era il factotum : addetto
al teatro e al palco, custodiva
gelosamente i vestiti e tutta l'attrezzatura; ebbe la cura dell'archivio della casa e dall'archivio musicale e per
molti anni ne fu anche il cronista.
Carissimi confratelli, ho cercato di darvi una pallida
idea di quanto ha fatto Don Paolo Amistani per la nostra casa di Randazzo. Chi lo avvicinava rimaneva incantato e attratto dalla sua squisita bontà d'animo, dalla sua gentilezza, dalla sua semplicità, dal suo sorriso sempre aperto. Puntuale ed esatto nell'adempimento dei suoi doveri religiosi, nulla si permetteva senza il permesso del superiore, dinanzi al quale si
scopriva sempre e per quanto fosse
anziano voleva che fosse il superiore a
dargli il permesso di ogni piccola cosa che gli bisognasse. Era
osservante fino allo scrupolo dei voti di
povertà, di castità e d'obbedienza.
Chi ha vissuto con lui solo per poco ha potuto
ammirare soprattutto il suo amore
grandissimo al lavoro, accompagnato da
una precisione e scrupolosità inarrivabili,
e la sua grande umiltà. Teneva davanti
un foglio scritto di suo pugno in cui si
diceva: " L'amor proprio è
lusingato dagli omaggi; l'orgoglio se ne pasce; la vanità
li pubblica ".
In questo ultimo anno la sua salute rimase fortemente
scossa dal progredire dell'arteriosclerosi e il suo più grave dispiacere fu quello di non poter celebrare più la S.
Messa. Però anche allora non smise di lavorare come meglio poté
confessando i confratelli e i sacerdoti del paese che da lui venivano a prendere consiglio. Due
mesi fa poi si aggiunse un attacco uricemico: gli si praticarono tutte le più amorevoli cure ma
inutilmente.
Per quanto la sua morte non sia
arrivata inaspettata, tuttavia vi confesso che ha addolorato molto i confratelli, i giovani, i moltissimi suoi ex-alunni e tutta la popolazione.
Il rimpianto è stato unanime e commosso : il Sindaco dispose per tutto il paese il lutto cittadino. Le autorità civili e
religiose e tutti gli ex-allievi hanno
voluto che i suoi funerali fossero solennissimi
con doppio corteo funebre e nella
Chiesa Madre. Il giorno 8 febbraio alle ore 16 la salma, attorniata da tutte le autorità, da tutto il clero e dai P.P. Cappuccini, da una numerosissima folla, con la partecipazione del nostro Sig. Ispettore e dell'Economo Ispettoriale, fu accompagnata alla Chiesa Madre Santa Maria. Quivi l'indomani alle ore 10 imponentissimi furono i funerali con l'elogio funebre
tenuto dal P. Arciprete ; quindi la cara salma fra due fitte ali di popolo attraversa per l'ultima volta le vie del paese adottivo. Attorno al feretro sono: autorità,
clero, suore, maestri, le scuole elementare con il Direttore Didattico,
tutti i nostri giovani, l'Ispettore
Scolastico Emilio Castorina, il quale
insieme col Sindaco e coll'Avv. Basile dà l'estremo addio in vicinanza del Cimitero.
Mai a Randazzo erano stati
visti funerali così imponenti e commoventi.
Uno dei suoi primi ex-allievi, partecipando le sue commosse condoglianze mi scriveva: " Con Don Amistani si è spenta una fiamma, una tradizione, un simbolo. „
Uno dei suoi primi ex-allievi, partecipando le sue commosse condoglianze mi scriveva: " Con Don Amistani si è spenta una fiamma, una tradizione, un simbolo. „
Per Randazzo Don Paolo
Amistani non è morto : il suo ricordo
vivrà.
Carissimi
confratelli, credo che il Signore l'abbia ricevuto già
nella sua gloria, tuttavia vi prego caldamente di volere suffragare là sua anima bella.
Ricordate al Signore questa casa e chi
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