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sabato 3 ottobre 2015

RICORDO DI DON AMISTANI






Carissimi Confratelli,

Col più grande dolore vi annuncio la morte, avvenuta il 7 febbraio 1951 alle ore 12,40, del nostro amato e venerando confratello
Sac. PAOLO AMISTANI
di anni 82.
E la prima volta che mi tocca il mesto incarico di scrivere una lettera mortuaria d'un confratello, e la mia confusione è maggiore in quanto mi pare di non essere in grado di lumeggiare degnamente la figura di questo salesiano del primo stampo.
Con D. Paolo Amistani scompare uno dei pochissimi salesiani superstiti  che vissero con D. Bosco e ne assorbirono  il suo spirito genuino.
Era nato a Brescia il 28 gennaio 1869; fu accettato nel 1881 da Don Bosco al l'Oratorio S. Francesco di Sales di Torino, dove frequentò con lode tutto il ginnasio accanto a Don Bosco. Non a caso ho detto vicino a Don Bosco, perché spesso si confessò. con lui, spesso gli servì la S. Messa nella Sua cameretta, spesso ebbe da lui conforti e incoraggiamenti. Anzi il nostro santo Fondatore vinceva ogni sua ritrosia e lo attirava alla vita salesiana in tutti i modi. E il caro D. Amistani ricordava con gratitudine che il Santo, conoscendo il suo debole, qualche volta lo accontentò nei suoi piccoli desideri. Asseriva pure di essere stato presente a vari miracoli di D. Bosco, fra cui a quello della moltiplicazione delle nocciuole.
Finalmente nel 1886 entrava  nel noviziato a S. Benigno Canavese e poi a Foglizzo, dove per mano del nostro santo Fondatore compiva la vestizione chiericale e alla fine del noviziato nelle mani del caro Padre faceva la professione perpetua consacrandosi per sempre al Signore.
Compiti poi esemplarmente i suoi studi filosofici prese la patente di maestro. Comincia così la sua missione di maestro cristiano, che della scuola si serve per inculcare nell'animo dei giovanetti i sen­timenti del santo timor di Dio e della vita cristiana.
Dal 1889 al 1892 fu successivamente insegnante nelle scuole elementari pub­bliche di Magliano Sabino, Foglizzo, Luc­ca, Penango finché nell'ottobre del 1892 veniva inviato da D. Cerruti in questo Collegio municipale di Randazzo, dove trascorse ininterrottamente tutto il resto della sua vita per il bene dei giovani di questo paese.
Parlare della a Randazzo dal nostro caro D. Amistani non è facile. Dal 1892 fino al 1933 fu in servizio come maestro elementare pub­blico e a diverse riprese Direttore Didat­tico (ne aveva preso il diploma all'Uni­versità di Catania il 30 giugno 1909), di­rigente, segretario del Patronato scolasti­co. Questa fu la sua missione più impor­tante a cui l'aveva chiamato il Signore e l'adempì con tutta la passione del suo ani­mo giovanile e con tutta la più grande scrupolosità, suscitando in tutti ammira­zione e lode. Tanta attività ebbe il più alto riconoscimento da parte delle Autori­tà scolastiche superiori, dietro proposta del suo ottimo amico il Direttore Didattico Prof. Emilio Castorina, con l'assegnazione della medaglia d'oro, della pensione mau­riziana e del titolo onorifico di Cavalie­re. Nella stessa occasione gli fu conferi­ta la cittadinanza onoraria di Randazzo.
Ma non si pensi che la sua attività fosse solo nella scuola, tutt'altro. Era pic­colo di corpo ma grande d'animo. Fu per tanti anni addetto all’oratorio festivo, catechista per tre anni nel collegio, economo, . insegnante di disegno, assistente in ca­mera e ricreazione, confessore. Per tanti e tanti anni fu fondatore e abile maestro della scuola serale di disegno per gli ope­rai : opera eminentemente popolare e fi­nora tanto ricordata e apprezzata dalla cittadinanza.
Nella casa era il factotum : addetto al teatro e al palco, custodiva gelosamente i vestiti e tutta l'attrezzatura; ebbe la cu­ra dell'archivio della casa e dall'archivio musicale e per molti anni ne fu anche il cronista.
Carissimi confratelli, ho cercato di dar­vi una pallida idea di quanto ha fatto Don Paolo Amistani per la nostra casa di Ran­dazzo. Chi lo avvicinava rimaneva in­cantato e attratto dalla sua squisita bontà d'animo, dalla sua gentilezza, dalla sua semplicità, dal suo sorriso sempre aperto. Puntuale ed esatto nell'adempimento dei suoi doveri religiosi, nulla si permetteva senza il permesso del superiore, dinanzi al quale si scopriva sempre e per quanto fosse anziano voleva che fosse il superiore a dargli il permesso di ogni piccola cosa che gli bisognasse. Era osservante fino allo scrupolo dei voti di povertà, di castità e d'obbedienza.
Chi ha vissuto con lui solo per poco ha potuto ammirare soprattutto il suo amo­re grandissimo al lavoro, accompagnato da una precisione e scrupolosità inarriva­bili, e la sua grande umiltà. Teneva da­vanti un foglio scritto di suo pugno in cui si diceva: " L'amor proprio è lusingato dagli omaggi; l'orgoglio se ne pasce; la vanità li pubblica ".
In questo ultimo anno la sua salute ri­mase fortemente scossa dal progredire dell'arteriosclerosi e il suo più grave di­spiacere fu quello di non poter celebrare più la S. Messa. Però anche allora non smise di lavorare come meglio poté con­fessando i confratelli e i sacerdoti del pae­se che da lui venivano a prendere con­siglio. Due mesi fa poi si aggiunse un at­tacco uricemico: gli si praticarono tutte le più amorevoli cure ma inutilmente.
Per quanto la sua morte non sia ar­rivata inaspettata, tuttavia vi confesso che ha addolorato molto i confratelli, i giova­ni, i moltissimi suoi ex-alunni e tutta la popolazione. Il rimpianto è stato unani­me e commosso : il Sindaco dispose per tut­to il paese il lutto cittadino. Le autorità civili e religiose e tutti gli ex-allievi han­no voluto che i suoi funerali fossero so­lennissimi con doppio corteo funebre e nella Chiesa Madre.  Il giorno 8 febbraio alle ore 16 la salma, attorniata da tutte le autorità, da tutto il clero e dai P.P. Cappuccini, da una numerosissima folla, con la partecipazione del nostro Sig. Ispettore e dell'Economo Ispettoriale, fu accompagnata alla Chiesa Madre Santa Maria. Quivi l'indomani alle ore 10 im­ponentissimi furono i funerali con l'elogio funebre tenuto dal P. Arciprete ; quindi la cara salma fra due fitte ali di popolo attraversa per l'ultima volta le vie del pae­se adottivo. Attorno al feretro sono: auto­rità, clero, suore, maestri, le scuole elemen­tare con il  Direttore Didattico, tutti i no­stri giovani, l'Ispettore Scolastico Emilio Castorina, il quale insieme col Sindaco e coll'Avv. Basile dà l'estremo addio in vi­cinanza del Cimitero.
Mai a Randazzo erano stati visti funerali così imponenti e commoventi.                                                                          
 Uno dei suoi primi ex-allievi, partecipando le sue commosse condoglianze mi scriveva: " Con Don Amistani si è spenta una fiamma, una tradizione, un simbolo.
Per Randazzo Don Paolo Amistani non è morto : il suo ricordo vivrà.
Carissimi confratelli, credo che il Si­gnore l'abbia ricevuto già nella sua glo­ria, tuttavia vi prego caldamente di vo­lere suffragare là sua anima bella. 
Ricordate al Signore questa casa e chi
Vostro aff.mo in Don Bosco Soc. SALVATORE POLITI Direttore

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