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martedì 13 ottobre 2015

LA FESTA DI S. BASILIO e l'Arcivescovo di Messina in Randazzo.


AMATISSIMo PADRE,
La festa di S. Basilio, celebrata il giorno 26 giugno coll'intervento di Sua Eccell. Rev.ma Monsignor Giuseppe Guarino Arciv. di Messina, riuscì così splendida da ecclissare quante feste si sono fatte in passato a Randazzo. L'Arcivescovo giunse qui venerdì sera, giorno di S. Giovanni, accompagnato dal suo Vicario Mons. Basile, dal Segretario, Cerimoniere e domestico. Egli fu ricevuto dal Clero, dai rappresentanti del Municipio e da una folla di popolo, che stavasi accalcata all'ingresso del Collegio. I nostri giovani, schierati in due file sotto il grandioso porticato, adorno di arazzi, bandiere ed iscrizioni , vestiti in divisa, ricevettero la sua benedizione, cantarono un inno, ed uno di essi, da un luogo elevato, gli lesse un breve componimento per dargli il benvenuto.
Il sabbato mattina Sua Eccellenza ricevette l'omaggio delle Autorità, del Clero della città e di varie Rappresentanze dei paesi circonvicini , appartenenti all'Arcidiocesi di Messina. Alla sera si cantarono i primi Vespri con musica dai giovani del Collegio, e più tardi ebbe luogo un'accademia, in cui si lessero componimenti in lingua italiana, latina, greca, francese ed anche in dialetto siciliano.
Domenica poi fu giorno di grande solennità. I nostri giovani eseguirono la messa di S. Michele del De-Vecchi con accompagnamento della banda musicale di Randazzo, e riuscì a meraviglia. La sera Vespri solenni , Panegirico e Benedizione. La Chiesa era gremita di gente in contegno divotissimo. Sua Eccellenza, terminati i Vespri, salì sul trono pontificale e, assistito da due mitrati, recitò il Panegirico. La voce sonora, l'accento vibrato, la maestà del contegno, la nobiltà dei concetti, il fuoco delle espressioni, l' esuberanza del cuore, la dottrina e santità dell' oratore, la folla degli uditori, la riverenza del luogo, tutto insomma concorreva a scuotere l'animo degli ascoltanti, e a destare le più profonde e ineffabili emozioni. L'oratore esordì da s. Vincenzo de' Paoli e s. Francesco di Sales, e, con concisa analogia di tempi e di luoghi, venne dimostrando che quei due grandi uomini rivivono oggidì. L'uomo della Provvidenza, il baluardo dell' eresia, il salvatore della società é ricomparso tra noi.... ; ché la cattolica Chiesa non cessa di germogliare e maturare i grandi. Parlò del Collegio di Randazzo, ma qui mi taccio confuso ed umiliato.
Dopo le sacre funzioni si rappresentò il dramma S. Alessio, assai diverso nella forma e nella sostanza da quello del Wisemann. Gli spettatori erano non meno di quattrocento , ed i giovanetti tanto per l'esecuzione del dramma, quanto pel santo riscossero altissimi applausi.
Il lunedì fu una giornata tutta di famiglia. Sua Eccellenza, dopo avere visitate le scuole femminili di Randazzo , volle passare il resto della giornata co' nostri giovani. Era uno spettacolo commovente vedere questo illustre Prelato , lustro e decoro della Chiesa Messinese, circondato da un centinaio di giovanetti, i quali, ansiosi di accostarsi alla sua persona, e godere del suo contatto, con innocente inurbanità lo spingevano, l'urtavano, e chi lo afferrava alle braccia, chi si teneva per la veste , mentre egli tutti ricambiava con amabile famigliarità. Talora avremmo voluto fare come s. Pietro e allontanarneli, ma temevamo da Monsignore la risposta data da Gesù all'Apostolo, e lasciavamo fare. L'Arcivescovo ebbe una parola per tutti, e distribuì a ciascuno una medaglia benedetta dal Santo Padre.
Alla sera , quando i giovani furono a riposo, Sua Eccellenza tenne una Conferenza a' Sacerdoti e Chierici nostri. Parlò per tre quarti d'ora degli obblighi dello stato sacerdotale e religioso, dei bisogni della Chiesa, della difficoltà dei tempi e della necessità di lavorare indefessamente alla gloria di Dio ed alla salute delle anime. Le sue parole, improntate dallo spirito e carità del Vangelo, rimarranno scolpite nei nostri cuori, a nostro conforto e ammaestramento.
Martedì mattina (28 giugno) Sua Eccellenza faceva ritorno a Messina, lasciando con noi il suo cuore e portando con sé il nostro. Io ebbi l'onore di accompagnarlo fino alla stazione di Piedimonte e ricevere l'ultimo suo abbraccio.
Non aggiungo altro, perché le parole vengono meno per esprimere quello che sento. La rimembranza di queste feste non sarà mai che si cancelli dai nostri cuori. Essa durerà quanto la nostra gratitudine verso l'illustre e santo Arcivescovo, verso l'amabile e dottissimo Vicario Monsignor Basile, e verso tutti gli altri Prelati che accompagnarono Sua Eccellenza.
Voglia Iddio ricambiarneli colla sua santa grazia, ed aiutare noi tutti a corrispondere alla loro benevolenza.
Ecco, caro padre le poche gesta de'suoi figli di Randazzo. Ella ci benedica tutti e preghi per noi.
Randazzo, 3 luglio 1881.
Suo affm° in G. C. SaC. PIETRO GUIDAZIO.
IL BENVENUTO ALL'ARCIVESCOVO nel suo primo ingresso al Collegio di Randazzo.
ECCELLENZA ReV.ma
Permetta l'Eccellenza Vostra che in questo fortunato istante, che di gioia riempie i nostri cuori, interprete della comune esultanza esprima, a nome di tutti, i sensi della sincera e figliale nostra gratitudine.
L'Eccellenza Vostra, onorando di sua presenza il nostro Collegio, mentre ci dà una prova luminosa della paterna sua bontà, ci ammaestra coll'esempio, che l'elevatezza del grado e la nobiltà del carattere non va mai disgiunta dalla bontà del cuore e semplicità del conversare , ma che l'una cosa trae dall'altra merito e splendore.
Degno ministro di Colui, che tanto predilige i fanciulli da farne merito al Regno de' Cieli l'assomigliarsi ad essi, l'Eccellenza Vostra non trovò indegno dell' eccelso suo grado l'abbassarsi fino alla nostra picciolezza, esporsi ai disagi di lungo e penoso viaggio, per venire qual padre in mezzo a' suoi figli a spargere su di essi gioia e benedizione.
Oh ! sia adunque il ben venuto : e noi mentre non cesseremo dal rendere grazie all' Altissimo Iddio di averci sortiti a tanta felicità, ci adopreremo con tutte le forze a corrispondere in ogni tempo alla paterna sua benevolenza, e a renderci sempre più degni suoi figliuoli mediante la pratica della virtù ed il santo timor di Dio.
L'ARCIVESCOVO A D. BOSCO.
Monsignor di Messina metteva il colmo alla sua bontà verso i Salesiani coll' inviare a D. Bosco la seguente lettera.
ILLmO E REVmo SIGNORE,
Non poteva arrivarmi invito più caro di quello datomi dai cari figli della S. V. Ill.ma di festeggiare s. Basilio nel Collegio di Randazzo. Lo accolsi a gran cuore, e son qui dalla sera di venerdì scorso.
Non saprei intanto dipartirmi da questi miei amatissimi Salesiani senza esprimere al loro Padre venerando gl'intimi sentimenti della mia commozione. Io lascio quì il mio cuore ; non so dirle altro. La mia penna non sa seguire affatto la vivezza de' miei sentimenti. Ella che conosce abbastanza l'affettuosa e squisita gentilezza del cuore di questi suoi figli, tutti quanti improntati della bontà del Padre, potrà, meglio ch'io non sappia dire, immaginare come mi abbiano in ogni modo confuso col loro affetto e colla loro inenarrabile cortesia.
Che dirle poi del bene che fanno ? Ah ! benedica Iddio il Padre e i figliuoli, e li faccia crescere come l'arena del mare per distruggere interamente colla loro virtù, colla instancabile loro operosità e colla loro scienza l' iniquità moderna.
Ma mi permetta ad un tempo ch'io Le dica come tutte queste cose riunite insieme abbiano aggiunto fuoco all'ansia del mio cuore di averli in Messina. Come sarei felice ! E su questo argomento replico che nulla dirò a Lei, venerando Padre, ma attenderò ch' Ella mi dica qual cosa desidera ch'io faccia pei figli suoi.
Non posso proseguire oltre : il mio cuore trabocca di affetti.
Mi benedica , benedica la mia Diocesi, e mi dia l'onore di essere
Della S. V. Ill.ma e Vener.ma
Umil. Servitore
GIUSEPPE GUARINO Arciv.

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